Lo studio chimico e fisico degli aceti ha lo scopo di verificare la loro composizione di base comprendendo

la complessa evoluzione durante la maturazione del prodotto: aspetti determinanti per apprezzarne

le qualità sensoriali ed organolettiche.

La caratterizzazione chimico-fisica del “Sopraffino degli Estensi” e del “Sopraffino Riserva” permette di comprendere un processo lungo e complesso che coinvolge fasi caratterizzate da un’intensa attività biologica ed altre dove i fenomeni sono principalmente legati all’affinamento nelle botti di legno, con conseguente concentrazione e naturale imbrunimento del prodotto.
Come viene riportato ad esempio nel grafico seguente, la dinamica di evoluzione del “Sopraffino” posto in affinamento nella vendemmia 2003 è caratterizzata da una fase iniziale di intenso sviluppo biologico degli acetobatteri che possono aumentare anche di oltre il 30% l’acidità iniziale dopo il primo anno. Negli anni seguenti, l’attività biologica rallenta all’aumentare del grado Brix (valore a misura rifrattometrica correlabile alla concentrazione zuccherina %) e lascia spazio a fenomeni di evaporazione, traspirazione, salificazione, esterificazione e molti altri ancora in fase di studio.

Un effetto direttamente correlato a questi processi è l’incremento della densità del prodotto, ma dal punto di vista qualitativo, è certamente quello di minor interesse. L’effetto dei numerosi fenomeni citati nell’affinamento porta infatti ad una ben più importante evoluzione dello stato fisico del prodotto e del profilo sensoriale.
Se infatti confrontiamo il profilo sensoriale di un prodotto al V° anno, si scosta completamente dalle caratteristiche iniziali con un deciso aumento di aromi terziari e lenta perdita delle note fruttate caratteristiche dei mosti in cottura.
Una sintesi dei principali descrittori coinvolti è riportata nei profili seguenti.

Si può notare la netta separazione tra i due profili ed è di facile lettura: le caratteristiche sensoriali più legate all’affinamento sono ad esempio la persistenza, ovvero l’insieme delle note gustative complesse che avvolgono lingua e palato per molti secondi (15”-20”), così come la tannicità, ovvero la tipica astringenza linguale, infine le note speziate molto legate alle interazioni con i legni nella permanenza in botte.

Come anticipato, anche le caratteristiche fisiche del prodotto hanno un’evoluzione importante, infatti l’aumento di concentrazione dei solidi solubili porta ad un aumento di densità del prodotto ma questo fenomeno, nelle condizioni particolari di affinamento frutto della tradizione Estense, ha un’ulteriore conseguenza: la formazione di legami chimici stabili con formazione di sali di acidi organici, esteri e polimeri complessi. La conferma analitica di tali osservazioni si ha dal valore di estratto secco dedotti gli zuccheri. Tale parametro è sintesi di tutte le molecole presenti nel prodotto (esclusi gli zuccheri) e oggetto delle trasformazioni chimiche citate nel corso dell’affinamento.
Se confrontiamo il valore medio di un mosto d’uva (nell’ordine di 20 g/l) con il prodotto finito, si può constatare il significativo incremento fino a raggiungere valori superiori a 100 g/l di estratto secco netto.

L’insieme di queste sostanze fa si che, all’aumento di densità, segua anche un aumento della viscosità del prodotto, contribuendo all’incremento delle caratteristiche visive e della sensazione gustativa tattile.
Per quanto riguarda l’aspetto della percezione visiva, va notato come il colore bruno sia frutto delle naturali reazioni a carico degli zuccheri che avvengono lentamente nel periodo estivo, rifiutando l’addizione di caramello (sigla E150 a,b,c,d), tecnica molto diffusa a livello industriale.

Rapporto Acidità-Densità tra gradimento e mode

La ricchezza di acidità del “Sopraffino” e la lontananza dagli eccessi molto di moda di elevatissime concentrazioni zuccherine, preservano inoltre il prodotto da un problema assai diffuso riguardante la cristallizzazione dei condimenti.

Problema oggetto di numerosi studi e attualmente imputabile a eccessive disarmonie dei prodotti ottenuti anche con forzature industriali per soddisfare la predisposizione del consumatore alla sensazione dolce. Per tale motivo, si incontrano sempre più nel commercio prodotti poco persistenti e con un profilo chimico ad esclusivo vantaggio del tenore zuccherino, talvolta superiore ai 70 gradi Brix.

Nel caso del “Sopraffino”, tale rischio non sussiste e ne sono garanzia l’elevata acidità e il grado Brix non superiore a 60. Anche il valore del pH è indicativo della genuinità e del carattere acido del prodotto ed è possibile individuare un range tra pH 2,95 e 3,15, utile anche per l’alta ristorazione in fase di preparazioni con alimenti come creme dolci o salate.

Sulphate Testing Analysis

Le verifiche analitiche sul contenuto in solfiti evidenziano come i criteri di selezione delle materie prime e le tecniche di trasformazione ed affinamento intraprese abbiano una ripercussione sull’estrema naturalezza del prodotto. I valori di solfiti totali nei prodotti in affinamento risultano infatti inferiori sia ai valori medi stabiliti per i vini da agricoltura biologica ma anche al limite prossimo alla soglia di rilevabilità della direttiva europea sugli allergeni. Dalla trattazione svolta si può quindi comprendere come i tratti della caratterizzazione delle materie prime e dello studio chimico e sensoriale siano condizione necessaria per la comprensione delle qualità intrinseche del prodotto, ponendo le basi per le successive scelte di impiego e abbinamento.